Molte sono le azioni (o le intenzioni manifestate) del governo appena insediatosi che fanno a pugni con la decenza; ritiro immediato (FUGA, si abbia il coraggio di dirlo!) dall'IRAQ (e probabilmente anche dall'Afghanistan), aumento di tasse e creazione di nuovi balzelli, smantellamento delle riforme effettuate dal precedente esecutivo, blocco delle grandi opere, grazia a Bompressi e Sofri (con buona pace dei famigliari del Comissario Calabresi, che non si è avuta nemmeno la decenza di preavvertire), amnistia, indulto, apertura indiscriminata delle frontiere all'invasione islamica (come se non avessimo già abbastanza fanatici nelle nostre città). C'è di che rabbrividire vero? Beh, non è finita perchè "dulcis in fundo" il governo di Sinistra-Centro non pare conoscere vergogna, visto che è arrivato a designare segretario alla Presidenza della Camera, Sergio D'Elia, ex terrorista di Prima Linea condannato a trent'anni (ridotti a 25 in appello) per strage: per la precisione, per un assalto a un carcere nel quale un poliziotto rimase ucciso (e altri feriti). Sgomenta, tra l'altro, l'assoluto silenzio mediatico (con pochissime lodevoli eccezioni) che ha accompagnato quest'ultimo sconcertante avvenimento e viene da pensare cosa sarebbe successo se (a parti invertite) un governo di Centro-Destra avesse concesso anche solo un posto di fattorino ad un ex terrorista nero?!? Se a qualcuno fosse rimasto il dubbio che questo governaccio sia non solo comunista ma addirittura di estrema sinistra; infestato dei protagonisti del peggior Sessantotto, quello che fece sprofondare l'Italia negli anni di piombo (ricordiamo il ministro Alessandro Bianchi inneggiare a Fidel Castro), dico che qui siamo all'apologia delle dittature comuniste, altro che democrazia. L'Italia non si merita di essere rappresentata da Prodi ed i suoi accoliti, la Repubblica italiana non merita un presidente della camera che alle celebrazioni del suo sessantesimo anniversario, presenzia alla parata d'onore con l'entusiasmo di un condannato a morte, esibendo orgoglioso il lercio distintivo arcobaleno, trattentendo a stento la volontà di unirsi al gruppuscolo di mentecatti bercianti capeggiatti da Caruso, che a pochi metri "manifestano" contro le istituzioni, con la consueta classe. Caro Fausto, con la speranza che tutto l'esecutivo segua presto il tuo esempio, mi auguro che prevalga in te la coerenza che (pur per un ideologia aberrante) hai comunque sempre dimostrato e che ti dimetta quanto prima. Nel frattempo a tutti coloro che non riescono proprio a digerire di dover vivere nell'unico paese comunista dell'occidente non resta che "Resistere, resistere, resistere!", perchè prima o poi i gladiatori di mortadella si scanneranno per un brandello di potere in più, restituendoci finalmente un po' di speranza per il futuro.