mercoledì, febbraio 21, 2007
Dopo il risultato, sfavorevole alla maggioranza, della votazione in tema di politica estera di poco fa al Senato, possiamo (finalmente) affermare che il governo, sostenuto dalla più sgangherata accozzaglia di inutili scaldapoltrone della storia repubblicana, è ufficialmente caduto! Qualunque sia la decisione di mortadella e dei suoi compagni di merende, nessun paese democratico del mondo può tollerare un esecutivo che non ha (nei fatti e nelle opinioni) una salda e condivisa linea di politica estera. Aspettiamo, con trepidazione quindi, l'unica cosa sensata che ci si aspetterebbe dal presidente del consiglio, di fronte alla ineluttabilità del fatto che ormai la sua compagine politica non ha più una maggioranza (che non è più tale, da tempo, anche nel paese): LE IMMEDIATE DIMISSIONI !!! Ogni altra decisione sarebbe uno schiaffo alla democrazia ed un incredibile atto di arroganza. Del resto, lo stesso ministro degli esteri, D'alema, ha dichiarato (più volte, l'ultima ieri) che in caso di sconfitta della maggioranza sui temi di politica estera, l'unica soluzione sarebbe stata quella di "andare a casa". Aspettiamo fiduciosi che la parola di D'alema si riveli quella di un uomo d'onore.
 
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venerdì, febbraio 16, 2007
Sabato, Barbari! E' la lungimirante scritta apparsa nella piazza centrale di Vicenza, in attesa dell'invasione di migliaia di nullafacenti. Ma, mentre nel nostro paese assistiamo sgomenti alla recrudescenza del terrorismo rosso (mai veramente sopito), agli sproloqui degli esponenti della maggioranza che giustificano i "compagni che sbagliano" e inveiscono in maniera indegna contro gli avversari politici, il nostro premier si crogiola pacioso nel paese della vacche sacre, non perdendo occasione per imbarazzare il suo sbigottito popolo, incredulo di quale livello di comicità involontatria possa raggiungere il prode mortadella. Incapace, questo l'aggettivo che meglio rappresenta il mistero buffo raffigurato qui a destra, incapace di isolare la debordante sinistra massimalista che domani sarà in piazza a manifestare contro gli USA e il governo che sostiene (anzi, tiene in scacco), incapace di zittire, come meriterebbero, i "lord" stile Diliberto che si lasciano andare a sfoghi degni di un camallo "Berlusconi mi fa schifo" o dell'Onorevole Cento che riesce a dire cose talmente demenziali che mi vergogno a riportare in questa sede; esprimendo così tutto il malcelato livore verso l'occidente (che li tollera come si sopporta un mal di denti), unico collante di certa sinistra anacronistica e agonizzante. Questa la stagione che ci tocca vivere, in un paese che pare aver perso la bussola, sempre più imprigionato in logiche corporative e politiche di antico retaggio ed avvitato su se stesso, sempre più "comunista", nel senso più spregiativo del termine (a patto che esista un comunismo non disprezzabile). Unica nota positiva, lo sdoganamento (anche se colpevolmente tardivo) della tragedia delle foibe, da parte del Presidente della Repubblica, subito tacciato di razzismo dall'inqualificabile leader croato, a dimostrazione di come il comunismo sia tutt'altro che una materia per storici ma anzi infetti parti sostanziali della zoppicante Unione Europea (che dovrebbe cominciare a scegliere con maggiore attenzione i suoi probabili componenti). Speriamo solo di non dover riportare la cronaca di un altro "martirio" stile Giuliani, alla fine di domani, quando i "Barbari" saranno tornati nei loro attici a filosofeggiare di rivoluzione.
 
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lunedì, febbraio 05, 2007
Mentre il paese intero è ancora sconvolto per i fatti che hanno portato all'uccisione del sottufficiale della Polizia Filippo Raciti, due "autorevoli" esponenti del mondo sportivo e politico si lasciano scappare l'ennesima occasione per tacere. Il primo "genio" del pensiero, tal Antonio Mattarrese, da quarant'anni occupante delle più importanti poltrone del potere sportivo ha pensato bene di lasciarsi andare a dichiarazioni allucinanti: "i morti del sistema calcistico purtroppo fanno parte di questo grandissimo movimento che le forze dell'ordine ancora non riescono a controllare". Si rimane esterrefatti davanti a tale dimostrazione di cinismo ed ignoranza, proprio il giorno che dovrebbe essere dedicato al cordoglio (e se la cosa non è sfuggita nemmeno a Prodi ed alla Melandri c'è di che riflettere per Tonino), anche se sono certissimo, non compirà mai l'unico gesto che ci si aspetterebbe da un dirigente serio, consapevole dei aver detto una cosa inaccettabile: dimettersi. Del rivoluzionario alla pummarola Caruso che infesta, con la sua presenza l'aula della camera (grazie a Rifondazione Comunista ed ai "Coglioni" che l'hanno votato) c'è poco da dire che non attenga all'applicazione di leggi civili e penali che ci liberino una volta per tutte di un essere immondo capace di proferire tali esternazioni: "No alla militarizzazione degli stadi, dove la polizia manganella nel mucchio. È inutile mandare i poliziotti a fare la guerra, a fare da cuscinetto tra le tifoserie". Non che da un personaggio che vanta la fedina penale più lunga di Montecitorio e che da sempre milita in quell'area politica che ritiene un vanto porsi al di fuori della legge e teorizza il conflitto con le forze dell'ordine come stile di vita ci si potesse aspettare altro. Altro ci aspetteremmo invece dal suo partito (Comunista, ricordiamolo sempre), al governo, che a parole si dissocia ma nei fatti si crogiola nel supporto che i Caruso d'Italia offrono alla causa e a tutto pensa tranne ad espellere questo "disobbediente" con il vizietto di assaltare i bancomat e giocare al sovversivo. Ributtante!
 
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domenica, febbraio 04, 2007
Il mio più sincero cordoglio ed un sentito abbraccio umano ai famigliari del povero poliziotto, Filippo Raciti, vittima, a soli 38 anni, della violenza inaudita dei gruppi, sempre più numerosi ed impuniti di DELINQUENTI che sfogano la loro rabbia inumana sulle forze dell'ordine, durante gli incontri di calcio. Purtroppo questo terribile evento e le immancabili lacrime di coccodrillo che si levano dal mondo politico non fanno che alimentare il mio proverbiale pessimismo e la completa sfiducia in un governo (appena clamorosamente sconfitto al Senato su un ODG di politica estera e quindi, di fatto, deligittimato a rappresentare il paese; in una parola: Illegale!) incapace di alcunchè. Riflettiamo... Ma pensate davvero che Mortadella e compagni riescano a prendere una posizione decisa su un tema che vede, tanto per cambiare, vittima un agente di polizia e quindi attuare finalmente una linea di "toleranza zero" alla Tatcher, quando il suo ex-governo si regge sui diktat di forze estremiste che, da sempre, strizzano l'occhio a settori dell'autonomia, no-global, pseudo-pacifisti e violenti? Pensate davvero che gli ispiratori politici degli infami che hanno il coraggio di scrivere frasi come "Morte allo sbirro", "Un altro Filippo Raciti: Ultras liberi" e che inneggiano alla vendetta per la morte di tal Carlo Giuliani (al quale il vergognoso esecutivo ha dedicato un aula del Senato), morto per aver assalito una camionetta dei Carabinieri armato di estintore, possa ora sconfessare una linea che, nei fatti, appoggia l'aberrante politica "Uccidere uno sbirro non é reato"? Vi pare credibile che il governo in crisi, retto dalla sinistra più radicale ed antidemocratica possa tradurre le mielose (e digustose) frasi di circostanza, grondanti retorica, opportunismo ed ipocrisia in un qualche provvedimento sensato? Beh io no! Non ripongo nessuna fiducia in questa classe politica e tantomeno nell'inconpetente ministro Melandri e sono certissimo che fra una ventina di giorni i bei discorsi sulla giustizia, sulla difesa delle forze dell'ordine ecc... saranno solo un ricordo e la violenza sportiva tornerà a manifestarsi in tutta la sua imbecillità. Certo, spero di sbagliarmi ma, temo di avere nuovamente ragione.
 
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