venerdì, aprile 25, 2008
25 Aprile 2008









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giovedì, aprile 17, 2008

Leonardo Facco "C’era una volta il CHE - Ernesto Guevara, tutta un’altra storia"
Prefazione di ALBERTO MINGARDI


Con questo libro, che verrà bollato spregiativamente come “revisionista”, viene scoperchiato un santuario. Che Guevara era davvero un eroe senza macchia e senza infamia? Che Guevara era un assassino o un filantropo? Che Guevara era un buon economista? Che Guevara era il difensore dei più poveri e dei diversi? Che Guevara era medico oppure no? Queste sono alcune delle domande a cui risponde questo libro, che getta luce su una delle figure più idolatrate del XX secolo. Grazie alla documentazione e alle testimonianze riportate in queste pagine, emerge a chiare lettere che il guerrigliero argentino era una specie di “macchina di morte”. Disse, nel 1964, all’Onu: “Fucilazioni? Siiii, abbiamo fucilato. Continuiamo e continueremo a fucilare finché sarà necessario. La nostra lotta è una lotta fino alla morte”!Scrisse in una lettera a sua moglie: “Mia cara: mi trovo nella selva cubana, vivo e assetato di sangue”. Tra le altre sostenne: “La via pacifica è da scordare e la violenza è inevitabile. Per la realizzazione di regimi socialisti dovranno scorrere fiumi di sangue nel segno della liberazione, anche al costo di milioni di vittime atomiche”.Il noto attore e regista Andy Garcia ha detto di lui: “La gente indossa la maglietta con il suo volto come un’opera di pop art. Ma non sanno nemmeno chi fosse. Sembra una rock star. E invece fece uccidere moltissime persone senza processo e senza che avessero la possibilità di difendersi”.La storia è materia viva. La comparsa di nuovi documenti serve a chiarire molti fatti oscuri del passato. “Dopo aver eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità”. Parola di Sherlock Holmes.



Leonardo Facco è giornalista ed editore. Ha lavorato e collaborato per anni con diversi quotidiani e settimanali italiani. Attualmente è direttore della rivista libertaria Enclave. Da sempre interessato al mondo latinoamericano, ha prodotto per l’Italia e l’Europa – insieme a Siroma, nel 2004 – il documentario Cual Revoluciòn, dedicato all’ascesa e alle gesta di Hugo Rafael Chavez Frìas, l’attuale, discusso, presidente del Venezuela. Nel 2006 ha scritto il libro Si chiama Rigoberta Menchù, la controversa storia della india guatemalteca insignita del Nobel per la pace.

 
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martedì, aprile 15, 2008
I grulli (e i grilli), questa volta non ce l'hanno fatta ed il prossimo parlamento italiano non dovrà subire lo schifo di tollerare (e pagare) ne a Montecitorio ne a Palazzo Madama, i rappresentanti delle liste comuniste, riportate qui a fianco. Quindi, niente Ferrando, Diliberto e Pecoraro Scarso, un (sonoro) calcio in culo all'ignobile Caruso, ma anche addio al sindacalista in cachemire, Bertinotti. Finalmente gli stolti nostalgici della falce e martello non avranno (com'è sacrosanto in un paese civile) rappresentanti nelle istituzioni. Questo è il vero risultato clamoroso, che mai, nemmeno nei miei sogni più ottimistici mi sarei aspettato, uscito dalle urne delle politiche 2008. Certo, un po' sconcerta vedere quanti italiani abbiano avuto il fegato di votare per Di Pietro e la sua "politica" giustizialista, portata avanti con sgrammaticata veemenza, comunque beamoci almeno della sconitta e forte ridimensionamento del Ualter. Quindi, tanto di cappello al Berlusca, che con la sua, vituperata, legge elettorale, è riuscito a realizzare il sogno di Don Camillo e... tanti auguri al nuovo esecutivo, con la speranza che le cose cambino realmente, traghettando il nostro paese verso la 3a Repubblica, realizzando tutte le promesse elettorali, per riparare agli immani disastri del pensionato Mortadella e compagni.
 
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