lunedì, aprile 12, 2010
Una risata vi seppellirà
Marco Travaglio

 
posted by LuK at 11:17 | Permalink |
giovedì, aprile 01, 2010

Oggi voglio rendervi partecipi di uno scambio di opinioni, avvenuto fra me ed un "amico" di FaceBook (del quale non rivelerò il nome, per ovvie ragioni di rispetto della sua privacy), avvenuto in seguito alla pubblicazione, sul mio profilo, dello stato: "Grazie a Dio, l'Italia non è comunista", dopo l'ufficializzazione dei risultati delle ultime elezioni amministrative che hanno visto una chiara affermazione del CentroDestra

Interlocutore
mi togli una curiosità, cosa intendi per comunista?
30 marzo alle ore 15.52

LuK
Beh, uno che si ispira e agisce (magari col voto) secondo i dettami della più aberrante ideologia che l'uomo abbia mai partorito: il comunismo, appunto. Alle ultime politiche, in Italia, erano presenti 12 (dico, dodici) liste dichiaratamente comuniste e credo che fosse un caso unico al mondo. :-(
30 marzo alle ore 16.56

Interlocutore
mi spieghi cos'è l'ideologia comunista?
30 marzo alle ore 17.02

LuK
Mmh... Ho la vaga sensazione che mi pigli per il culo. Sbaglio?
30 marzo alle ore 17.18

Interlocutore
ti sbagli e sono sincero
30 marzo alle ore 17.24

LuK
Allora ti riporto, pari pari, una mia "spiegazione" postata in un forum, in occasione delle olimpiadi di Pechino:

"Ribadisco la mia avversione all'ideologia comunista che ritengo marcia sin dalle fondamenta. Non c'è assolutamente niente di bello nelle farneticazioni di Marx, che ha ripreso (modernizzandole) le ancor più deliranti teorie di Platone (esposte nelle sue Leggi). L'idea comunista non predica l'uguaglianza, bensì l'annichilimento, non promuove affatto la libertà, risultando antiumana, quando profetizza l'egualitarismo, ottenuto tramite l'appiattimento dei bisogni fondamentali dell'uomo. La proprietà, tanto demonizzata, è uno di questi, come lo è la spinta che ci lega alla terra dove siamo nati e cresciuti e che il comunismo vorrebbe reprimere, facendoci regredire al periodo nel quale la nostra razza era dedita al nomadismo. L'animale uomo, però, per fortuna, si è evoluto divenendo individuo; il comunismo lo vorrebbe riportare all'età della pietra, quando non erano ancora maturate le naturali rivendicazioni sulla proprietà privata e non erano ancora manifeste le irreprimibili spinte alla realizzazione individuale, in campo professionale, artistico e filosofico. Nell'utopica (e aberrante) idea comunista è insito il germe della disumanizzazione, anticamera dell'omologazione. L'umanità non è perfetta ma non sono ne l'avidità ne l'ingordigia che hanno portato alla degenerazione del comunismo applicato ma l'insopprimibile esigenza dell'uomo di realizzarsi come unicum e non di essere omologato, controllato, ridotto ad un numero. Aristotele docet.

Nessuno nega che esistano pericoli diversi dal comunismo, spesso derivati dai fanatismi religiosi, in altre parti del mondo, ma non si può essere «pescatori al mattino e filosofi alla sera», come predicava Marx, perchè si rischia di essere pessimi in entrambi i ruoli. Bisogna avere delle priorità e credo che, purtroppo, il comunismo rappresenti ancora una minaccia per il mondo libero, essendo ben inserito negli ingranaggi delle repubbliche occidentali."
30 marzo alle ore 17.51

Interlocutore
ok, magari una conversazione sul comunismo potrebbe piacerci ma facciamola altrove, ma, e ti prego credimi quando ti dico che sono serio e curioso nel porre certe domande, ora ti domando, secondo te questo week-end l'italia ha rischiato tutto ciò? se sì, mi spieghi quali leader politici possono aver detto cose da ricondurli a questa descrizione che fai del comunismo? infine, secondo te Putin è comunista?
30 marzo alle ore 18.03

LuK
Beh guarda, più che dalle dichiarazioni dei leader della sinistra (perchè, ce ne sono?) ciò che fa rabbrividire sono i metodi stalinisti (quelli sì) utilizzati da certi personaggi che ne sono i lacchè. Molti erano ospiti alla vergognosa trasmissione/comizio di Santoro di giovedì scorso, altri sono nelle procure ed altri ancora si annidano nelle redazioni di giornali e telegiornali. Questa avanguardia armata usa i metodi tanto cari ai regimi totalitari di derivazione comunista con precisione chirurgica, per arrivare alla delegittimazione dell'avversario/nemico. Sinceramente, cosa significhi essere governati dalla sinistraccia italiana, l'abbiamo già sperimentato con il governo Prodi (il peggiore della nostra disastrata storia repubblicana), quindi faccio volentieri a meno di ritrovarmi ministri come Di Pietro, Ferrero, Pecoraro Scanio, Mussi, Turco, Bindi e compagnia cantante. Comunque, il germe comunista è presente anche in molte formazioni extraparlamentari, non ultimo il ridicolo "popolo viola" e/o movimento a sostegno di Grillo. L'Italia ha rischiato varie volte di finire in mani comuniste ma, fortunatamente, c'è sempre stato qualche ostacolo che ci ha evitato di fare la fine della Bulgaria; che si chiamasse DC, Gladio o Berlusconi, ha poca importanza. Per rispondere al tuo ultimo quesito: Putin è un post-comunista e del passato regime ha ereditato sistemi sbrigativi e filosofia di governo (autoritario), quindi se dovessi scegliere una risposta secca, direi... sì, Putin è un comunista, anche se non può essere confrontato con i gerarchi che l'hanno preceduto.
30 marzo alle ore 20.01

Interlocutore
ma il germe comunista (culturale stalinista da te ben descritto) che c'è dentro travaglio e santoro è lo stesso che c'è dentro putin?
30 marzo alle ore 20.25

LuK
Beh, non esageriamo, anche i germi hanno la loro dignità, mica si abbassano ad "infettare" Travaglio e Santoro. ;)
30 marzo alle ore 23.00

Interlocutore
la battuta è bella, ma la risposta qual'è? Inoltre, se ti va di rispondere ovviamente, secondo te travaglio è comunista?
30 marzo alle ore 23.23

LuK
Io non so se Travaglio sia comunista, certo è un paraculo (scusami per il termine "Travaglio") della peggior specie che, senz'altro non simpatizza per la destra ed ha un'ossessione patologica per Berlusconi (malattia comune negli ambienti radical-chic). Per Santoro, parla il suo curriculum giornalistico e politico: comunista in ogni sua fibra.
30 marzo alle ore 23.49

Interlocutore
Quando ti chiedo di fare un ragionamento tra il rischio/pericolo comunista scampato questo week-end e i partiti che sempre questo week-end potevano innescare questo pericolo liquidi velocemente il ragionamento sui partiti che potrebbero essere ricondotti alla tua descrizione di comunismo. La tua, mi pare di aver capito da quello che scrivi, più un avversione verso una certa cultura rappresentativa di quei partiti, sembri molto avvelenato verso certe figure mediatiche, ma in sostanza, non hai fatto fatto un ragionamento per cui io possa capire dove si annida il pericolo o il germe comunista nelle formazioni presenti questo week-end. Inoltre, per quel che so, noto una sovrapposizione di concetti, più precisamente mi sembra tu faccia un mix tra dittatura stalinista e comunismo. Ti pongo una domanda diretta, ti prego di rispondermi con la sincerità che hai dimostrato. Leggendoti ho la sensazione che per te tutto sia un po' "comunista", in pratica tutto quello che c'è di diverso e va oltre una certa soglia è "comunista". Quel giornalista è comunista, fazioso. Infatti hai utilizzato il termine germe, come a dire, guarda quella roba lì è ovunque. Mi sbaglio se penso che tu stia anche odiando tutto questo? Non ti pare che questa sia quasi un ossessione, quasi paranoica?
31 marzo alle ore 9.10

LuK
Non ho mai nascosto il mio anticomunismo viscerale, derivato da uno spirito liberale che avversa ogni forma di totalitarimo (reale o ideologico che sia). La sinistra italiana (tutta) ha radici profondamente piantate nella cultura (io la definisco., sottocultura) comunista, leggermente più stemperata nel PD e presente in modo massiccio nelle formazioni della sinistra radicale, così come nei "movimenti" dell'ultima ora. Il "mix tra dittatura stalinista e comunismo" come lo definisci tu è una vecchia questione che separa, da sempre, le posizioni di chi sostiene la bontà teorica della dottrina marxista e chi (come me) riteine impossibile la realizzazione di tale utopia, dimostrata dai fatti: ogni volta che si sono messe in pratica le indicazioni dell'ideologo, si è sempre arrivati ad una degenerazione totalitaria. Quindi, per me, non c'è niente di buono nel comunismo, ne nella sua idealizzazione filosofica ne, tantomeno, nella sua concretizzazione. Mi chiedi se io odi tutto questo? Certo che si, in ogni sua forma, plaeteale o subdola. Se rendersi conto di quanto (ancora oggi) il "germe" comunista sia diffuso nei vari strati della società (dalla scuola al sindacato, passando per l'informazione e la giustizia) significa essere paranoici, ti posso assicurare che (grazie al cielo) in Italia ce ne sono milioni di "paranoici". ;-)
31 marzo alle ore 10.00

Interlocutore
anche i tedeschi, in tanti , hanno fatto quello han fatto, sai, non necessariamente essere in tanti significa essere nel giusto. non penso che tu sia nazista, o altro, non portarmi in questa discussione per favore, dico così solo perchè bisogna prudenti a legittimare il proprio pensiero col siamo in tanti a pensare così. il problema però è un altro, in questo modo secondo me si rischia di spaccare un paese in due, comunisti contro anticomunisti e viceversa. credimi per uno come me, che non vede questo pericolo, non vede questo rischio stalinista, è frustrante vedere una simile spaccatura, alimenta solo odio...poco funzionale al dibattito politico. e poi l'odio e l'avversione producono sempre cose non buone.
31 marzo alle ore 10.25

Interlocutore
dimenticavo una domanda , sei anche antifascista?
31 marzo alle ore 14.35

LuK
Mi spiace di averti dato la sensazione di cercare una legittimazione popolare per le mie opinioni politiche, non era affatto intenzionale. Ero, sono e sarò sempre anticomunista (almeno fino a quando ci sarà un deficiente, pronto a sventolare la bandiera rossa con falce e martello o un effige del Che), anche se dovessi essere l'unico sul pianeta con la sensibilità di coglierne la pericolosità. Confesso però che l'immagine (da te ventilata) di un paese spaccato in due per via degli anticomunisti, mi ha provocato un moto di ilarità, visto che, fino a prova contraria, è proprio la sinistra radicale che non perde occasione di vomitare i suoi deliranti slogan ad ogni piè sospinto e che trova ogni scusa per riempire le piazze e dimostrare, spesso con violenza, quanto basso sia il livello intellettuale di certi "cattivi maestri". Io, centri sociali, movimenti o gruppi di anticomunisti che sfasciano, realizzano espropri proletari e insultano non ne conosco, mentre potrei farti l'elenco di sprangatori rossi (di vergogna), professionisti della guerriglia urbana. Tanto per essere chiari, i referenti politici di questi democratici figuri, sedevano in parlamento sino all'altro ieri (governo Prodi), quindi... forse dovresti rivolgere altrove la preghiera di non alimentare l'odio. ;-) Mi chiedi se sono antifascista, la risposta è, ovviamente sì. Ti ho già detto che sono di estrazione lberale (non liberista, però), quindi, come tale, rifuggo ogni tipo di totalitarismo (nazifascismo compreso). Ti invito però a riflettere sul fatto che, in Italia, dal 1952 esiste il reato di apologia del fascismo che rende impossibile la ricostituzione del partito fascista (o nazista), mentre non esiste un simile divieto per il comunismo, anche se a mio avviso le due ideologie sono perfettamente equiparabili. Purtroppo però l'intellettuale comunista (pur essendo una contraddizione in termini) è socialmente accettato, quasi ricercato nei salotti radical-chic, mentre chi avversa le farneticazioni di questa vera e propria aberrazione della mente umana è subito tacciato di fascimo ed additato al pubblico ludibrio. Sul fatto poi che l'avversione produca sempre cose non buone, non sono affatto d'accordo con te. Se nel 1938, a Monaco, i paesi occidentali avessero avuto il coraggio di contrapporsi alle mire espansionistiche di Hitler, forse adesso non piangeremmo le vittime della Shoah.
1 aprile alle ore 0.46

Interlocutore
secondo te, perchè in litalia non esste il reato di apologia al comunismo? (non ti chiedo un parere che hai espresso, tu lo intruduresti, parlo delle ragioni del perchè non c'è)
1 aprile alle ore 8.22

Interlocutore
Una seconda domanda, secondo te perchè i tedeschi quasi tutti non si sono accorti di quello che stava capitando, più precisamente, sappi che non credo i tedeschi stupidi tutti, anzi, ti domando solo se ti sei fatto un parere tutto tuo di come un'intera nazione abbia percepito solo in ritardo la tragedia che stava vivendo.

(come spero tu abbia notato io sono persona che ama capire, fa domande, e ascolta molto attentamente le risposte, sono curioso del pensiero altrui, sono anche molto rispettoso del parere altrui anche quando questo non coincide col mio, non credo di avere la ragione in tasca, spero tu riesca ad apprezzare tutto questo, in questo momento, dove volano insulti e altro può sembrare strano che uno faccia domande... infatti mi hai domandato se ti prendevo per il culo)
1 aprile alle ore 9.01

LuK
Mmh... Effettivamente mi sembra di essere ad un interrogatorio. Lo giuro, sono innocente, comante! ;-)
I comunisti italiani sono stati bravissimi (emuli di Lenin) nell'appropriarsi dei meriti della resistenza al regime fascista ed altrettanto bravi a darsi una patente di verginità (in fatto di propaganda erano, e sono, imbattibili), glissando sulle nefandezze del "triangolo rosso" e delle foibe, influenzando enormemente la storia italiana del dopoguerra e "dettando" molte norme ai padri costituenti che, ovviamente, se ne sono guardati bene dall'equiparare due ideologie parimenti criminali come il nazifascismo e il comunismo, nella nostra carta. Sulla cecità della popolazione tedesca di fronte ai crimini nazisti, mi sono interrogato spesso e, ti confesso che, una certezza non l'ho maturata. Probabilmente una serie di fattori ha contribuito a creare questa apatia. Da una parte l'indubbia "bravura" del terzo reich nel mistificare gli eventi e dall'altra la negazione psicologica che interviene a difesa dei propri connazionali colpevoli di indicibili atrocità, forse hanno portato la gente comune a credere più facilmente alle menzogne, piuttosto che porsi dei legittimi dubbi. Le dichiarazioni dei sopravvissuti ai campi di concentramento tedeschi nelle quali gli stessi deportati spiegavano il fatto che, la maggior parte dei loro compagni di sventura, negava con forza l'ipotesi che quei forni "non servissero a cuocere il pane" mi ha portato a rivedere leggermente, il primo giudizio, di condanna assoluta, verso la popolazione civile della germania nazista. Chissà quale livello di annichilimento di massa, riescono a raggiungere certi regimi oppressivi? Spero di non doverlo mai sperimentare di persona. Certo è che, ancora oggi non conosciamo con esattezza l'entità degli stermini di Stalin, le stragi cinesi o l'effettiva crudeltà dello stato nord coreano. Li, nessuno ha potuto sollevare completamente il coperchio. :-(
1 aprile alle ore 10.03
 
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