venerdì, settembre 15, 2006
Oriana si è arresa! Per la prima volta nella sua vita ha dovuto deporre le armi davanti ad un nemico che non poteva sconfiggere; il "suo" nemico. Ha combattuto, Oriana, sempre e comunque, contro il "male invisibile" ma anche, caparbiamente contro il nemico dell'occidente che sta lentamente conquistando posizioni e che mira a sottomettere il mondo libero ai suoi dogmi medioevali. Oriana ha provato a metterci in guardia, dopo l'11 Settembre 2001, ha tentato di allertarci del pericolo rappresentato dall'avanzata delle milizie di Allah, ma... non è stata ascoltata. Con il cuore stretto, come in una morsa e gli occhi gonfi, dobbiamo dire addio ad Oriana, consolati solo dalla consapevolezza che il cancro le abbia risparmiato lo strazio di vedere un'Europa flaccida; ogni giorno che passa più corrispondente all'Eurabia da lei profetizzata. Non hai dovuto, Oriana, assistere al desolante spettacolo del "convegno della Lega contro la diffamazione anti-islamica" tenutosi in un sala della camera dei deputati, nel quale sono state "discusse" le più aberranti tesi antisemite mai proferite. Non hai dovuto, Oriana, ascoltare le parole deliranti dei "complottisti" alla Giulietto Chiesa che demolivano, in TV, i rapporti ufficiali sugli attentati di New-York e Washington. Non hai dovuto, Oriana, sopportare le assurde pretese di scuse rivolte dai "civili" stati islamici al Pontefice. Non dovrai più, Oriana, sorbirti gli intollerabili teoremi del fazioso Santoro, spalleggiato dai vari Travaglio che bevono le sue demenziali affermazioni come fossero acqua di fonte. Siamo sicuri che, per questo, ringrazierai il tuo nemico invisibile, anche se noi non riusciremo a perdonarlo e continueremo a maledire quell'odioso male che ti ha strappato a noi. Riposa, finalmente, in pace, cara Oriana.
 
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martedì, settembre 05, 2006
Oggi niente polemiche. Niente strali contro il latrante esecutivo ma... solo silenzio. Ieri si è spento uno degli ultimi rappresentanti di un calcio che, purtroppo, non esiste più. A soli 64 anni se n'è andato Giacinto Facchetti, ci ha lasciato un grande uomo, prima che un immenso campione, una persona che ha sempre fatto della discrezione e della correttezza uno stile di vita. Specchio di un calcio pulito e senza grilli per la testa, è morto come ha vissuto, in punta di piedi; quei piedi che hanno regalato ai tifosi interisti (e non solo) emozioni irripetibili, accarezzando palloni sin da quando, ragazzino, sognava di calpestare i campi della Serie A. Pochi sono riusciti a farlo infuriare e fra questi ci sono sicuramente i due manigoldi (vedi Moggi e Giraudo) che hanno imbrattato il mondo che più amava, che hanno ridotto i principi di lealtà sportiva, che per lui erano il fondamento etico di un atleta ed ai quali si è sempre attenuto, a poco più di un malinconico bisbiglio. Chi ti ha sbeffeggiato, affibiandoti l'appellativo di "brindellone" mai riuscirà a capire cosa significhi essere uomo, nel senso più profondo del termine e delle sue arroganti parole (più che delle sue azioni) dovrà, prima o poi, rispondere ad un tribunale che non fa sconti e non condona. A noi resta la consolazione di sapere che ora la nazionale degli angeli ha un nuovo capitano. Addio Gaicinto.
 
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