Lettera aperta a Silvio Berlusconi:
Gentile Presidente, cosa stanno combinando i "suoi" manager di Mediaset? Vorrà mica farmi credere che anche le sue aziende soffrono del cancro (tutto italiano) causato da una classe dirigenziale a dir poco inetta ed incompetente? Ma come?!? Lei ha sempre sostenuto la diversità delle sue società, ha sempre sbandierato (giustamente) come un valore assoluto il fatto di aver creato migliaia di posti di lavoro, gloriandosi di non aver mai licenziato nessuno. Ebbene, proprio ora che la crisi sembra aver, finalmente, intrapreso una china discendente, Mediaset decide di esternalizzare (anticamera del licenziamento) decine di truccatrici, sarte e acconciatrici, con la risibile giustificazione che questi reparti non rappresentino settori strategici per le attività del gruppo. Difatti il "trucco e parrucco" è attività tipica della metallurigia e/o siderurgia, vero? Insomma, Presidente, se ha deciso di far pagare alle famiglie dei lavoratori, che hanno contribuito alla costruzione del suo impero, i costi degli investimenti in Spagna e Francia o i dividendi azionari degli investitori, abbia almeno il coraggio di dirlo in faccia ai "suoi" dipendenti. Costoro, hanno tutto il diritto di essere incazzati e preoccupati del fatto che questa vigliaccata (esternalizzazione, nda) possa fungere da cavallo di troia per una più estesa (e devastante, dal punto di vista occupazionale) operazione di riorganizzazione del gruppo. No, caro Presidente, non ci siamo. Non ci si comporta così. Non si dichiara con enfasi che l'Italia ha retto, meglio di altri paesi, all'impatto della crisi internazionale, che stiamo brillantemente uscendo dall'emergenza, che l'occupazione è in ripresa e ancora... che Mediaset è in crescita, i bilanci in attivo, gli investimenti mai così numerosi, il business in espansione (grazie al digitale terrestre), ecc, ecc... per poi... Beh, me lo lasci dire, queste speculazioni sulla pelle dei lavoratori mi fanno torcere le viscere e, stia pur certo, ne terrò conto alle prossime elezioni. Rifletta Cavaliere, perchè chi Le scrive non è un reazionario comunista, un adoratore di Di Pietro o Grillo e tantomeno un fan di Travaglio e Santoro (se avrà la bontà di leggere qualche mio altro post, potrà rendersene conto da solo), quindi, per una volta, snobbi gli inutili salamelecchi degli innumerevoli yes-men dei quali è circondato (sic) e tenga in considerazione i segnali che Le arrivano dal mondo reale, dai lavoratori comuni e dalla gente che l'ha sempre stimata e che (ho l'impressione) comincia ad essere un po' disillusa, alla luce di vicende tanto stridenti con il buonsenso.
Gentile Presidente, cosa stanno combinando i "suoi" manager di Mediaset? Vorrà mica farmi credere che anche le sue aziende soffrono del cancro (tutto italiano) causato da una classe dirigenziale a dir poco inetta ed incompetente? Ma come?!? Lei ha sempre sostenuto la diversità delle sue società, ha sempre sbandierato (giustamente) come un valore assoluto il fatto di aver creato migliaia di posti di lavoro, gloriandosi di non aver mai licenziato nessuno. Ebbene, proprio ora che la crisi sembra aver, finalmente, intrapreso una china discendente, Mediaset decide di esternalizzare (anticamera del licenziamento) decine di truccatrici, sarte e acconciatrici, con la risibile giustificazione che questi reparti non rappresentino settori strategici per le attività del gruppo. Difatti il "trucco e parrucco" è attività tipica della metallurigia e/o siderurgia, vero? Insomma, Presidente, se ha deciso di far pagare alle famiglie dei lavoratori, che hanno contribuito alla costruzione del suo impero, i costi degli investimenti in Spagna e Francia o i dividendi azionari degli investitori, abbia almeno il coraggio di dirlo in faccia ai "suoi" dipendenti. Costoro, hanno tutto il diritto di essere incazzati e preoccupati del fatto che questa vigliaccata (esternalizzazione, nda) possa fungere da cavallo di troia per una più estesa (e devastante, dal punto di vista occupazionale) operazione di riorganizzazione del gruppo. No, caro Presidente, non ci siamo. Non ci si comporta così. Non si dichiara con enfasi che l'Italia ha retto, meglio di altri paesi, all'impatto della crisi internazionale, che stiamo brillantemente uscendo dall'emergenza, che l'occupazione è in ripresa e ancora... che Mediaset è in crescita, i bilanci in attivo, gli investimenti mai così numerosi, il business in espansione (grazie al digitale terrestre), ecc, ecc... per poi... Beh, me lo lasci dire, queste speculazioni sulla pelle dei lavoratori mi fanno torcere le viscere e, stia pur certo, ne terrò conto alle prossime elezioni. Rifletta Cavaliere, perchè chi Le scrive non è un reazionario comunista, un adoratore di Di Pietro o Grillo e tantomeno un fan di Travaglio e Santoro (se avrà la bontà di leggere qualche mio altro post, potrà rendersene conto da solo), quindi, per una volta, snobbi gli inutili salamelecchi degli innumerevoli yes-men dei quali è circondato (sic) e tenga in considerazione i segnali che Le arrivano dal mondo reale, dai lavoratori comuni e dalla gente che l'ha sempre stimata e che (ho l'impressione) comincia ad essere un po' disillusa, alla luce di vicende tanto stridenti con il buonsenso.