Sabato, Barbari! E' la lungimirante scritta apparsa nella piazza centrale di Vicenza, in attesa dell'invasione di migliaia di nullafacenti. Ma, mentre nel nostro paese assistiamo sgomenti alla recrudescenza del terrorismo rosso (mai veramente sopito), agli sproloqui degli esponenti della maggioranza che giustificano i "compagni che sbagliano" e inveiscono in maniera indegna contro gli avversari politici, il nostro premier si crogiola pacioso nel paese della vacche sacre, non perdendo occasione per imbarazzare il suo sbigottito popolo, incredulo di quale livello di comicità involontatria possa raggiungere il prode mortadella. Incapace, questo l'aggettivo che meglio rappresenta il mistero buffo raffigurato qui a destra, incapace di isolare la debordante sinistra massimalista che domani sarà in piazza a manifestare contro gli USA e il governo che sostiene (anzi, tiene in scacco), incapace di zittire, come meriterebbero, i "lord" stile Diliberto che si lasciano andare a sfoghi degni di un camallo "Berlusconi mi fa schifo" o dell'Onorevole Cento che riesce a dire cose talmente demenziali che mi vergogno a riportare in questa sede; esprimendo così tutto il malcelato livore verso l'occidente (che li tollera come si sopporta un mal di denti), unico collante di certa sinistra anacronistica e agonizzante. Questa la stagione che ci tocca vivere, in un paese che pare aver perso la bussola, sempre più imprigionato in logiche corporative e politiche di antico retaggio ed avvitato su se stesso, sempre più "comunista", nel senso più spregiativo del termine (a patto che esista un comunismo non disprezzabile). Unica nota positiva, lo sdoganamento (anche se colpevolmente tardivo) della tragedia delle foibe, da parte del Presidente della Repubblica, subito tacciato di razzismo dall'inqualificabile leader croato, a dimostrazione di come il comunismo sia tutt'altro che una materia per storici ma anzi infetti parti sostanziali della zoppicante Unione Europea (che dovrebbe cominciare a scegliere con maggiore attenzione i suoi probabili componenti). Speriamo solo di non dover riportare la cronaca di un altro "martirio" stile Giuliani, alla fine di domani, quando i "Barbari" saranno tornati nei loro attici a filosofeggiare di rivoluzione.