mercoledì, gennaio 16, 2008
2008=1968! A quarant'anni esatti dai pruriti rivoluzionari di una generazione accecata dall'ideologia e convinta dalle panzane di molti cattivi maestri che ne cavalcarono la (forse) legittima spinta iniziale, inculcando i dogmi (quelli sì), che ancora obnubilano le menti di troppi italiani che del sessantotto sono figli (e spesso, nipoti), ci risiamo: Facoltà okkupata! Contro chi? Un feroce dittatore? Un assassino? Un terrorista incallito? Niente di tutto ciò, il nemico è... il Papa! Siamo al paradosso: il rettore dell'università la sapienza di Roma, invita il Pontefice ad intervenire alla cerimonia di apertura dell'anno accademico e... apriti cielo; i "cattedratici" con la falce e il martello al posto della materia grigia, spalleggiati dal solito gruppo di "studenti del collettivo", ovvero gli stolti oscurantisti che fanno riferimento ai centri sociali, si oppongono, sbraitano, occupano... sino al punto da indurre Ratzinger a declinare l'invito. Mostruoso, vergognoso, incredibile. Che altro dire? La storia si ripete. L'ottusità, il laicismo (che fa rima con comunismo) ben diverso dalla laicità (che fa rima con libertà), ha la meglio, e così assistiamo inermi ad un atto intollerabile di censura preconcetta, proprio nel luogo dove il dialogo e il confronto dovrebbero trovare dimora. E' gravissimo che, a causa dell'inesistente apertura mentale, dimostrata da una sessantina di "professori" si impedisca al Papa di esprimere liberamente il proprio pensiero e si apra così un'ennesima pagina buia della nostra storia. Se questo è il livello di quella che dovrebbe essere l'eccellenza della nostra struttura educativa, siamo proprio a posto. La spazzatura di Napoli ha contribuito a far precipitare la credibilità italiana ai suoi minimi (ancora un gradino ed incontreremmo Caronte) ma l'immondizia ideologica dei neo-sessantottini farà (se possibile) un danno ancora maggiore al nostro paese e questa vicenda getterà discredito su tutta la nazione, creando un gap verso le altre Democrazie (quelle sì, con la "D" maiuscola) che sarà difficoltosissimo recuperare in tempi brevi. L'epocale "niet" al Papa da parte dell'ateneo romano arriva dopo l'accoglienza dello stesso da parte della culla della laicità, la Sorbona di Parigi o la visita presso la Moschea Azzurra di Istanbul e, se l'idoneità culturale del Prof. Ratzinger alla partecipazione all'apertura dell'anno accademico è fuori discussione, è altreattanto chiaro che, ancora una volta, la "minoranza rumorosa" ha assestato un colpo durissimo all'autorevolezza istituzionale dell'esecutivo, incapace di assicurare il corretto svolgersi di un incontro culturale, sopraffatto dalle richieste censoree di una frangia arrogante e violenta di ottusi comunisti (chiamiamoli con il loro nome). Quindi mentre nelle università dei paesi civili l'invito al dibattito è aperto a tutti e la libera circolazione delle idee non ha vincoli (come ad Hardvard, dove perfino il leader iraniano Admadinejad ha potuto esprimere le sue tesi deliranti), in Italia solo certi personaggi hanno libero accesso alle aule magne, come Renato Curcio o gli altri ex-galeotti, esponenti di quel terrorismo rosso, mai completamente abiurato. E' del tutto evidente che l'imbarbarimento civile della nostra socità e la sua discesa in picchiata verso il baratro, ha subito un'incredibile accellerazione da quando siamo, ufficialmente, governati dai comunisti. Avanti così, miei Prodi!
 
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