C'è ancora qualcuno che crede nel rispetto dei dettami originari di Olimpia? E allora, cosa aspettiamo a far sentire la nostra voce contro l'inumana repressione in Tibet? Niente ha più importanza della vita. Quella vita calpestata dal sanguinario potere esercitato dai gerarchi comunisti di Cina e Corea. In un mondo perfetto non si sarebbe mai pensato di organizzare l'olimpiade in paesi tanto lontani dalla civiltà da praticare ancora deportazioni di massa, omicidi di stato, repressioni di ogni genere (compresa la riduzione in schiavitù). Ora che la frittata è fatta, cerchiamo almeno di correre ai ripari e: BOICOTTIAMO LE OLIMPAIDI DELLA VERGOGNA!!! C'è chi sostiene che questa manifestazione sia un'occasione ghiotta per le nuove generazioni orientali di ottenere delle concessioni in senso liberale dai gerarchi che li reprimono. Purtroppo però, in quale considerazione vengano tenute le speranze dei (pochi, purtroppo) giovani cinesi con una mente ragionante, l'abbiamo già sperimentato in Piazza Tienanmen... Inutile, secondo me, pensare di smuovere i gerarchi rossi dalle loro assurde posizioni antiumane, così come è stupido il tentativo (di molta stampa schierata, anche in Italia) di giustificare le malefatte dell'esercito con falce e martello, proponendo il solito pistolotto del "Marx era un genio ed è l'applicazione delle sue teorie ad aver portato alle depravazioni che tutti conosciamo".
Ribadisco la mia avversione all'ideologia comunista che ritengo marcia sin dalle fondamenta. Non c'è assolutamente niente di bello nelle farneticazioni di Marx, che ha ripreso (modernizzandole) le ancor più deliranti teorie di Platone (esposte nelle sue Leggi). L'idea comunista non predica l'uguaglianza, bensì l'annichilimento, non promuove affatto la libertà, risultando antiumana, quando profetizza l'egualitarismo, ottenuto tramite l'appiattimento dei bisogni fondamentali dell'uomo. La proprietà, tanto demonizzata, è uno di questi, come lo è la spinta che ci lega alla terra dove siamo nati e cresciuti e che il comunismo vorrebbe reprimere, facendoci regredire al periodo nel quale la nostra razza era dedita al nomadismo. L'animale uomo, però, per fortuna, si è evoluto divenendo individuo; il comunismo lo vorrebbe riportare all'età della pietra, quando non erano ancora maturate le naturali rivendicazioni sulla proprietà privata e non erqno ancora manifeste le irreprimibili spinte alla realizzazione individuale, in campo professionale, artistico e filosofico. Nell'utopica (e aberrante) idea comunista è insito il germe della disumanizzazione, anticamera dell'omologazione. L'umanità non è perfetta ma non sono ne l'avidità ne l'ingordigia che hanno portato alla degenerazione del comunismo applicato ma l'insopprimibile esigenza dell'uomo di realizzarsi come unicum e non di essere omologato, controllato, ridotto ad un numero. Aristotele docet.
Nessuno nega che esistano pericoli diversi dal comunismo, spesso derivati dai fanatismi religiosi, in altre parti del mondo, ma non si può essere «pescatori al mattino e filosofi alla sera», come predicava Marx, perchè si rischia di essere pessimi in entrambi i ruoli. Bisogna avere delle priorità e credo che, purtroppo, il comunismo rappresenti ancora una minaccia per il mondo libero, essendo ben inserito negli ingranaggi delle repubbliche occidentali.
VIVA il Tibet libero e ABBASSO le Olimpiadi insanguinate di Cina e Corea!